giovedì 20 novembre 2008

La piadina rumagnôla

Una buona ricetta fra storia e poesia

di Agide Vandini

E’ una ricetta semplice, diversa dalle tante presenti in rete, ma di ottimo gusto e che, con la versione in esperanto, si vuole proporre anche a chi non ha mai potuto assaggiare la nostra «piê», al lettore lontano, di ogni lingua e nazionalità.

PIADINA ROMAGNOLA

Ricetta di casa Vandini - Filo (RA), Italia

Ingredienti:

500 grammi di farina di grano tenero (tipo 0)

100 grammi di margarina morbida

1 Cucchiaino di sale fino

1 Bustina di lievito per dolci Pan degli angeli ( per 500 grammi di farina)

1 Mezzo cucchiaino di miele liquido

Latte tiepido, quanto basta per un impasto molto morbido

Lavorando tutti gli ingredienti, ottenere un impasto molto morbido che aderisca alle mani.

Continuare fino ad ottenere un bell’impasto di forma rotonda. Lasciarlo riposare per circa un’ora dentro ad un sacchetto di plastica.

Staccare piccole porzioni per volta della dimensione di un hamburger e con un matterello ( se non l’avete potete facilmente ottenerlo tagliando 50 centimetri da un manico di scopa) spianate l’impasto. Otterrete dei dischi dello spessore di circa due o tre millimetri e di un diametro di circa 15-18 centimetri.

Ora li cuocerete a secco in padella antiaderente senza dimenticare di girarli di tanto in tanto fino alla cottura. Non seccare troppo, la piadina è migliore se un po’ tenera.

* * *

La «Piadina» è la più popolare e tradizionale specialità romagnola. In Italia è conosciuta quasi quanto la rinomata «pizza» napoletana. Viene tradizionalmente cotta su di una pietra riscaldata denominata «testo», ma il risultato è comunque molto buono anche utilizzando la padella o una comune piastra di ferro. Viene venduta calda in chioschi ai lati delle strade e nelle osterie tipiche romagnole.

Si può gustare la “Piadina” tagliandola in due parti farcendola con prosciutto crudo oppure (secondo i gusti) con salame, salsiccia fumante o formaggio morbido (oppure anche con la Nutella). Accompagnare questa specialità con un buon vino rosso.

Si può star certi che così si possono sentire i migliori profumi della Romagna e, se il vino è buono, si desidererà cantare e ballare tutta la notte...


ROMANJA PIADINA (versione in Esperanto)

Recepto familio Vandini el Filo (RA), Italujo

Ingrediencoj:

500 gramoj de faruno el mola tritiko (tipo 0)

100 gramoj de morbida margarino

2 kulereto de pulvora salo

2 koverteto de fermento ( por 500 gramoj de faruno)

2 kulereto de likva mielo

Tiepida lakto, kiom necesas pri pasto tre morbida

Knedante ĉiuj la ingredientoj, obtenu tre morbidan paston ke adheris al viaj manoj.

Daŭrigu je knedi ĝis vi havos belan panbulon. Lasu ripozi ĝin dum ĉirkaŭ unu horo interne de plastosaketo.

Tranĉu pecon (nur unu per fojo) kaj per la helpo de la pastorulo (se vi ne havas ĝin vi povas facile obteni ĝin tranĉante ĉircaŭ 50 centimetroj el balailtenilo ) vi rulprenos paston. Vi obtenos diskojn du aŭ tri milimetra diko kun diametro de ĉirkaŭe 15-18 centimetroj.

Nun vi kuiros ĝin en kontraŭadhera pato sen forgesi de turni ĝin ĝis kuirado. Ne sekigu tro multe, la piadina estas plibona kiam ĝi estas sufiĉe mola.

* * *

La «Piadina» estas la pli popola kaj tradicia specialaĵo de la Romanjo. En Italujo estas tre konata preskaŭ kiel la pli renoma napola pico. En Romanjo estas tradicie kuirita sur varmega ŝtono ke ni nomas “teksto”, sed la rezulto kun la pato estas tre bona. Ĝi estas vendita varma en kioskoj laŭ la romanjaj stratoj kaj en la tipaj gastejoj.

Vi povas ĝue gustumi vian “Piadina” tranĉante ĝin en du pecon kaj metu meze bonan distranĉitan krudan ŝinkon (aŭ, se vi preferas, ŝmirfromaĝon).

Akompanu tiun specialaĵon kun bonan italan ruĝan vinon.

Oni estas certa ke tiel oni povos senti ĉiujn la plibonajn aromojn de la Romanio, kaj se la vino esta bona, vi poste deziros kanti kaj danci dum ĉiu la nokto...

A questo cibo popolare, il grande poeta romagnolo Giovanni Pascoli (1855-1912) ha dedicato alcuni ispirati versi. Da straordinario erudito qual era, capace, nella sua costante opera di rinnovamento, di frantumare il discorso letterario in fugaci impressioni, ha lasciato ai posteri questa golosa descrizione della «piadina» e della sua preparazione:


“E tu, Maria, con la tua mano blanda

domi la pasta, poi l'allarghi e spiani

ed ecco è liscia come un foglio, e grande

come la luna e sulle opache mani

tu me l'arrechi e me l'adagi molle

sul testo caldo, e quindi t'allontani.

Io la giro e le attizzo, con le molle,

il fuoco sotto, fin che stride invasa

dal calor mite, e si rigonfia in bolle

e l'odore del pane empie la casa.”

Col salame

Con squaquerone e rucola

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