giovedì 8 gennaio 2009

L’antico Hospitale di San Giovanni in Filo


Una monografia dedicata alla sua storia e alla sua triste fine

di Agide Vandini




Di questo luogo pio, antichissimo, posizionato fra Filo e Case Selvatiche ormai si è persa memoria.

Eppure l’Hospitale di San Joannis Baptistae, che sorse nel luogo un tempo chiamato Villa Lombardiae Riveriae Padi, esisteva già a metà del Trecento (elencato nell’Index Ecclesiarum, Monasterium, Hospitalium & C. quorum habetur mentio in veteri extimo anni 1350 circiter riportato dal ravennate Fantuzzi) ed ebbe una certa importanza e funzione per tutto il Medio Evo e l’Età Moderna.

La sua storia di assistenza ai malati, ai bisognosi, ai poveri ed ai pellegrini, lo accomuna ad altre strutture simili, a molti altri Hospitales e Xenodochi che presero vita lungo le vie di comunicazione più importanti del mondo antico, come lo fu del resto il braccio meridionale del delta del Grande Fiume, il Po di Primaro.

Lungo le sue rive, a metà strada fra Ravenna e Ferrara, ebbe per secoli una certa importanza il territorio chiamato Riperia Padi o Riperia Fili, pochi palmi di terra fra il fiume e le ampie valli che si allargavano a sud e a nord della via d’acqua, un approdo importante per lo smercio del sale e per l’attività di caccia e pesca, ove fiorirono e si svilupparono importanti villaggi, fra i quali quello che prese il nome di Filo.

L’Hospitale di San Giovanni in Filo rivestì la sua funzione per secoli, fino alle confische napoleoniche che ne segnarono lentamente la fine. Rimase ancora in piedi per poco più di mezzo secolo con pochi denari da destinare a pubblica assistenza ed un piccolo oratorio in decadenza, fino a quando, con l’Unità d’Italia, anche gli ultimi beni furono alienati con la forza della legge a vantaggio di altre strutture. A quel punto, dell’antica e meritoria opera pia, non rimase più nulla.

Sull’argomento, che pochi anni fa ho trattato con dovizia di particolari in Filo la nostra terra, testo di circa 400 pagine interamente dedicato al territorio, ho ultimato in questi giorni una approfondita ed aggiornata monografia di 8 pagine, ricca di illustrazioni, di documenti (alcuni dei quali emersi di recente dall’archivio parrocchiale), tutti accuratamente trascritti e tradotti, a beneficio di quanti vogliono saperne di più intorno a questo luogo religioso ed assistenziale, purtroppo ingoiato dal tempo e dall’incombere della storia.

Di queste note storiche i lettori e gli internauti potranno usufruire gratuitamente a questo link:


http://www.scribd.com/doc/9695193/LAntico-Hospitale-Filo


Ciò che non ho inserito nella monografia e che aggiungo più opportunamente qui, è una notizia, un ricordo che collega in qualche modo la mia famiglia all’antico Hospitale. In un’abitazione ricavata da quanto rimaneva di esso andò infatti a vivere, nel 1848, nell’anno cioè che fece tremare l’Europa, la famiglia di Antonio Cavalli (1823-1871),”letterato”, padre di Giovanni (1845-1897), valoroso e decorato garibaldino nel III Guerra d’Indipendenza, a sua volta padre di Agida Cavalli (1891-1944), martire della Libertà e mia nonna paterna.

Il mio trisnonno Antonio Cavalli, come si noterà dall’annotazione parrocchiale nello Stato delle Anime dell’anno 1849 riportata a fianco, veniva infatti censito allora come «Sartore e Sagristano», in casa di proprietà di «San Gio: Batt.a in Filo», in località detta «Lo Spedale». Abitò poi in quella casa (di Via Comunale, 59) fino al 1870, anno in cui essa fu venduta, nell’ambito della liquidazione dei beni dell’Opera pia filese, ad un nuovo proprietario (Squarzoni Stefano).

Mi auguro, naturalmente, che il documento trovi l’interesse e l’apprezzamento dei lettori dell’«Irôla».


N.B. Cliccare come sempre sulle immagini per vederle ingrandite. Nel sito ove è pubblicata la monografia, per vedere le pagine a tutto video, basta cliccare sul quadratino posto in alto sul margine destro.

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