giovedì 9 aprile 2009

Tre Fantasie poetiche

«Pane e olio» di Orazio Pezzi

Di tanto in tanto Orazio, filese d’origine e ravennate d’adozione, mi manda mirabili poesie, alcune delle quali già presenti in questo blog, che egli ama definire «Pane e olio». Devo dire che, pur conoscendo l’animo profondamente romantico di questo mio grande amico di gioventù, animo che sa tenere ben nascosto dietro un carattere assolutamente estroverso ed un fare quasi sempre allegro e compagnone, ogni volta ne rimango piacevolmente stupito.

Stupito e colpito dalla bellezza e anche dalla profondità di sentimento che ho sempre l’impressione di percepire dalla sua voce così familiare ed amica.

In questo caso, davanti a queste tre «fantasie», oltre che stupito, non posso che dirmi ammirato, quasi compiaciuto; soprattutto felice di riuscire un po’ a volare anch’io sulle parole e i versi poetici «pane e olio» di Orazio.

Giudizi letterari non mi sento di darne, molti lettori sapranno darne meglio di me, ma io oso dire che la trovo poesia vera, poesia che fa socchiudere gli occhi e che sa incantare il cuore e la mente. Per me non è poco. Grazie Orazio, grazie davvero… (agide vandini).












D’INFINITO


D’infinito raccogli gli occhi

cadono sulla terra erranti

vagabondi sentieri di perle

Cadono sul sole fiamme

di pupille piangenti come nubi

scintillano acqua e fuoco

Sulle braccia del vento

si cullano fiori di mattini irreali

fra fontane d’argento.

Nascono le immagini

dall’infinità di un sogno

esploso nell’immenso cielo


GIORNI D’AMORE


Giorni d’amore

sopra il cielo arso

le nubi

e la pioggia

di un giorno immancabile come il sole

giorni d’amore

sotto il cielo sereno

la tristezza

scolpita dal vento

sopra la terra

implacabile spugna di sangue

giorni d’amore

alberi chini sulle radici morte

piangono foglie

venti rapiti

spendono il pianto

la dura pietra inumidita

si spacca

dopo è silenzio eterno

giorni d’amore


CIECO


L’uomo cieco

è fermo

sulla soglia della terra

Sta seduto

sui gradini del pianto

è immutabile

come immagine scolpita

è solenne

come il suo fermo sguardo

è infinito

come l’universo e il nulla

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