martedì 13 settembre 2011

A Cà Malanca nel ricordo dei nostri partigiani

I filesi depongono una targa ricordo al Museo della Battaglia di Purocielo

di Agide Vandini

[Il presente articolo verrà pubblicato integralmente - in esclusiva per la stampa -

nel prossimo numero del periodico "Gentes-Alfonsine"]


Erano una trentina i filesi domenica a Ca’ Malanca. Alcuni, i giovani in particolare, ci sono saliti per la prima volta alla bella ed ordinata Casa-Museo sita sui monti sopra Brisighella, nei luoghi della sanguinosa battaglia di Purocielo.

L’iniziativa fortemente voluta dall’ANPI di Filo, cui hanno aderito anche il Circolo PD e la Fondazione Primaro, prevedeva la deposizione, all’interno dell’importante Museo, e nell’ambito di una giornata dedicata alla commemorazione della Battaglia, di una targa a ricordo dei sei filesi che militarono nella «Bianconcini», la 36° Brigata Garibaldi che operò sui Monti di Romagna.

L’emozione è stata forte, specialmente per coloro che quei luoghi li han visti per la prima volta, luoghi in cui hanno combattuto valorosamente amici e paesani ben conosciuti nel dopoguerra come Cencio, Böci ed Amato. Alta inoltre è stata la commozione, ancora una volta, dei familiari dei partigiani, soprattutto nello struggente ricordo di coloro che, come Mao, Baröni e Pirì, su quei monti, in nome della dignità e della Libertà d’Italia, immolarono la propria giovane vita con grande coraggio e senso dell’onore.

Nel Museo, molto ricco di foto, immagini, documenti e testimonianze d’epoca, si è presa visione, in gruppo, di un interessante filmato con interviste ai protagonisti della battaglia. Si è potuto così udire di nuovo la voce, familiare fino a pochi anni fa, del comandante Amato, la cui XIV compagnia fu all’epoca incaricata dell’attacco alle posizioni tedesche, congiuntamente alla XVII compagnia di cui un altro filese, Böci, era vicecomandante.

Fra le foto esposte, grande curiosità ed interesse hanno riscosso quelle, preziosissime, della Compagnia di Amato scattate poche settimane prima della Battaglia. Così Agnese e Rosmeri, rispettivamente nipote e figlia di Cencio, hanno potuto vedere per la prima volta il nonno ed il papà nelle vesti finora solo immaginate di militante partigiano, una esperienza che in loro risuona ancora con la voce dei racconti del buon Cincióni.

Nelle adiacenze della Casa-Museo il programma è proseguito con la Messa in ricordo dei caduti, col pranzo in compagnia, con gli interventi e le commemorazioni di politici e rappresentanti ANPI, per concludersi nel pomeriggio con la musica dei “Ruvidi”, simpatica ed allegra cover band dei Nomadi.

Una giornata ben spesa, all’insegna della riconoscenza e del ricordo di coloro che nella primavera del ’44 partirono da casa verso quei monti impervi e lontani e lo fecero per l’onore del proprio paese; giovani filesi che come tanti altri giovani italiani avevano dentro un ideale di giustizia e che, dopo lo sfacelo dell’8 settembre del ’43, avevano deciso di riprendere in mano le armi nella speranza di ottenere finalmente per questo paese la Libertà e la Democrazia che non avevano mai conosciuto.

Se Amato, dai monti e dai boschi adiacenti ove per sua volontà ne sono state sparse le ceneri, avesse potuto vedere e sentire i tanti suoi paesani lì riuniti, io credo che, domenica scorsa, lo avremmo visto comparire sorridente fra i nostri tavoli per un commosso saluto, per una manata sulle spalle, e per dirci, ancora una volta, che il comandante se ne tornava al suo posto, là, fra gli abeti e le balze ventose di Cà Malanca, disteso nella nuda terra, fra gli odorosi aghi di pino che sentirono l’ultimo respiro di tanti suoi partigiani abbattuti dal fuoco nemico, tante giovani vite così piene di coraggio e di amore per questo paese.

Ciao Amato, ciao Zipariẹn come ti chiamava mio padre, i tuoi Ideali e i tuoi partigiani saranno sempre nel nostro cuore.



1. Si depone la targa all’interno del Museo. A destra il Presidente dell’ANPI di Faenza Sauro Bacchi. Al centro, alza la bandiera il segretario dell’ANPI di Filo Fabiano Taglioni.

3. Sta per partire, sotto gli occhi dei filesi, il filmato rievocativo della Battaglia di Purocielo.

5. I filesi ascoltano e guardano con attenzione il filmato rievocativo.

7. Agnese Brunelli e Rosmeri Natali (chinata) osservano con emozione la foto che ritrae Cencio (Vincenzo Natali) rispettivamente nonno e padre di Agnese e Rosmeri.

10. Filesi a tavola

2. La targa ricordo

4. Dal filmato che scorre all’interno di una cornice compare l’immagine di Amato che racconta i momenti della Battaglia.

6. Una delle foto d’epoca esposte nel Museo. Al centro il comandante Amato regge una bandierina che reca il nome del caduto filese Pietro Liverani (Pirì). Dietro il ragazzo che tende la bandierina si scorge il filese Mao (Guerra Mario).

8. La foto dell’estate del 1944, che ritrae alcuni elementi della XIV Compagnia. In piedi a sinistra il comandante Amato. L’ultimo a destra in piedi è Cencio. Nei riquadri le loro foto d’epoca in abiti militari.

9. La Messa in memoria dei Caduti di Purocielo.

Cliccare sulle foto per vederle ingrandite

(Foto di Agide Vandini e di Robert Brunelli)

Nessun commento: