sabato 18 febbraio 2012

Luci (e topiche televisive...) a San Siro




Agide Vandini, grande appassionato di calcio, partecipa da anni col nickname di «Filese» al forum del sito www.forumrossoblu.org ed ha scritto di tanto in tanto, per i siti sostenitori del Bologna FC 1909, corsivi di contenuto storico-folclorico dal tono scherzoso, dedicati all’attualità della sua squadra del cuore. In occasione di un evento eccezionale come il trionfo di San Siro, rispolvera per un giorno la penna d’oca ad inchiostro rossoblu per divertire i tanti amici che, in paese come in ogni parte del globo, seguono con amore e con passione le vicende del glorioso Bologna.


In questo nostro paese, di santi, di navigatori e di poeti, di artisti e di guru televisivi, non nascono più geni dello spettacolo come la leggendaria coppia Tognazzi-Vianello che a suo tempo (1954-1959) fu acclamata protagonista di uno dei primi programmi di varietà della RAI che ebbe il titolo di «Un-Due-Tre»; nascono però prodi calciatori come i nostri rossoblu di Pioli e fra loro attaccanti di razza come il duo Di Vaio - Acquafresca capaci di affibbiare, nella tremenda notte milanese di Venerdì 17 Febbraio 2012, un memorabile «1-2-3» alla cosiddetta Beneamata dai colori nerazzurri.

RaimondoVianello

ed Ugo Tognazzi

ai tempi di «Un-Due-Tre»

La trasmissione che vide negli anni ‘50 l’affermarsi dei due Grandi comici italiani, oggi è oggetto di culto all’interno del mondo del piccolo schermo, tanto da venire spesso citata in trasmissioni rievocative dell'epoca pionieristica della TV. Non di rado vengono riproposti ai telespettatori gli esilaranti sketch che li videro protagonisti, tuttora considerati pietre miliari della comicità in chiave televisiva.

Anche i tre gol rifilati all’Inter dagli attaccanti petroniani e la prestazione inappuntabile di tutta una squadra, ahimè di gloria assai antica, sono destinati a rimanere per lungo tempo negli annali della storia del Club, tanto è il fragore che l’impresa della Ditta Pioli & C. ha provocato nel mondo del calcio nostrano.

Altrettanto grande è stata la soddisfazione procurata al popolo rossoblu, e questo nonostante le poche e sporadiche attenzioni solitamente dedicate dai media allo Squadrone che un tempo faceva tremare il mondo.

E’ infatti sotto gli occhi di tutti che ieri sera, stando ai boccaloni che impazzano nelle maggiori testate televisive, non è mica il Bologna che ha vinto, ma è la Pazza Inter che ha perso... Diamine, vien da chiedersi, e i bolognesi non c’entrano nulla? I bolognesi, par di capire, che continuino a mangiare lasagne e mortadella e morta lì...

Vien da sorridere nel ripensare al pronostico di uno di questi celebrati «intenditori» calcistici, tale «Pampa» Sosa, a suo tempo mediocre calciatore napoletano, piazzato in studio come una bocca della Verità, forse per «equilibrare», chissà, il troppo interista Zio Bergomi... Del resto, si sa che i bolognesi di marca rossoblu su quelle frequenze non mettono facilmente piede, al punto che ci si deve sorbire, chissà perché, oltre alla prima voce spesso ostile ai nostri colori, commentatori teoricamente imparziali, scelti con grande oculatezza: l’ex cesenate-romanista Rizzitelli in Bologna - Roma, oppure l’ex romanista Del Vecchio in Roma - Bologna e così via. Ma non stiamo pagando il canone Sky anche noi bolognesi?

Il finto neutrale «Pampa», dopo una mezz’ora di pre-partita, in cui il telespettatore medio non capiva contro chi stava per giocare la corazzata nerazzurra, lui così preoccupato per l’avvenire calcistico del napoletano e connazionale Fernandes, si è trovato a dover formulare un pronostico sulla partita quando forse non gli avevano ancora detto contro chi avesse giocato l’Inter. Solo l’occhio di un tifoso avversario aveva potuto sbirciare in qualche rapida panoramica, fra un pettegolezzo interista e l’altro, undici giovanotti in maglia bianca chiazzata di rossoblu calpestare, come povere e ignare capre destinate ad uno spezzatino succulento, lo spelacchiato manto erboso di San Siro...

Fatto sta che il povero Pampa, con Bergomi a fianco che non si era ancora espresso, altro non si è sentito di dire, se non un categorico: «Vince l’Inter tre a zero...»

Mai vaticinio fu più maldestro. Una trombonata raramente sentita su quegli schermi ed evidentemente in grado di attirare le furie di Giove; insomma, a farla breve, il preannuncio di una nemesi pazzesca.

Doveva aver intuito o presagito qualcosa di strano lo Zio Bergomi, perché, alzando con sospetto uno dei suoi poderosi sopraccigli, ha pensato bene di sentenziare un più pudico e sussurrato :« 2 a 1, Inter...».

L’«Un-Due-Tre»

del Duo Di Vaio -Acquafresca

Ormai però la frittata di venerdì 17 era fatta...

Difficile spiegarla lì per lì all’altro ineffabile duo di commentatori d’assalto live, al secolo Gentile - Marcheggiani (la cui voce mi ricorda vagamente il favoloso Max Vinella). I due, immaginando una copiosa goleada nerazzurra, se ne sono stati per un po’ accucciati sui blocchi di partenza da cui dispiegare l’urlo al primo gol interista, ma il gol, accidenti, tardava, chissà come e perché, ad arrivare...

Davanti al sorprendente Uno-Due del maestro Di Vaio, i due tapini presi alla sprovvista hanno allora tentato di convincersi e di convincere gli utenti di riferimento, quelli interisti naturalmente, che il Bologna era sì in vantaggio, ma mica se lo meritava...

E perché mai? Errori arbitrali? Neppure l’ombra... Gol casuali? Calci piazzati? Fortune inenarrabili? Macché mai, nulla di tutto questo; tutt’al più, dai corners e dalle punizioni erano scaturite le pochissime occasioni interiste ...

Qualche dubbio forse è venuto, ai due impavidi, alla mezzora del secondo tempo, dopo averci allietato nella seconda parte di gara nel dire e nel dirsi che l’Inter, perbacco, avrebbe potuto in pochi minuti ribaltare il risultato. A un quarto d’ora dalla fine, però, ecco l’inimmaginabile. Comincia a serpeggiare la voce che il supertifoso e Presidente Moratti ha, nientemeno, deciso di andarsene e di rinunciare, chissà mai perché, alla imminente e implacabile «remuntada» nerazzurra...

Neanche il tempo di riesaminare seriamente l’incontro e affrontare l’ipotesi di una vittoria rossoblu che, zacchete, dopo l’«Uno-Due», arriva anche il «Tre», ossia un travolgente colpo di profumato Aquafresh sui denti dell’Inter, quando ormai è alla disperazione.

Non oso pensare alla sorte degli occhi del Pampa e al cazziatone che deve essersi preso dallo Zio Bergomi una volta usciti dagli studi televisivi...

Ci si chiede ora: quanto ci costerà caro questo dispetto a Sky e questa gioia rossoblu all’ennesima potenza? Certo scendere più in basso nelle simpatie dell’emittente sarebbe impossibile, tuttavia noi bolognesi d.o.c. stiamo iniziando a toccar ferro, anche perché i precedenti della coppia Tognazzi-Vianello darebbero da pensare.

La loro trasmissione «Un-Due-Tre» fu infatti prematuramente interrotta il 25 giugno del 1959 per aver messo in burletta un incidente toccato la sera prima (al palco d'onore del Teatro alla Scala) al Capo dello Stato italiano dell’epoca Giovanni Gronchi. Questi, per la poca solerzia di un collaboratore (che non gli aveva avvicinato la sedia), era caduto a terra nel tentativo di sedersi a fianco dell’ospite francese Charles De Gaulle in visita ufficiale. La scena, rigorosamente taciuta dai principali organi di informazione, ispirò la coppia di comici che ripeté la scena in televisione: Vianello tolse la sedia da dietro a Tognazzi in procinto di sedersi, e gli disse: «Ma chi ti credi di essere?». Il buon Tognazzi, seduto sul pavimento, a quel punto allargò le braccia e rispose: «Tutti possono cadere ...». Tutto qui.

Il pubblico in studio accolse la scena con una fragorosa risata, ma i vertici della RAI furono di opinione diversa. Scattarono in un batter d’occhio le lettere di licenziamento, la cancellazione della trasmissione e una bella pedata nel sedere toccò al direttore del centro di produzione di Milano.

Noi, quanto ad irriverenza, non siamo stati certo da meno: abbiamo tolto la sedia da sotto alla sete di rivincita della Beneamata e, per giunta, le abbiamo anche rifilato un sonoro Un-Due-Tre...

Ormai comunque è fatta, noi, al momento, siamo ai sette Cieli e gli intenditori «neutrali» di Sky la prendano pure come vogliono... Del resto, che potrebbero mai fare per trattarci peggio di così?

Il Filese, 18 febbraio 2012

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