martedì 3 settembre 2013

Chi c’è, e che non c’è...




Il campionato di Bologna e Inter
Nelle vignette di Romano Saccani Vezzani

Ricomincia il campionato quando ancora non è finito il calcio mercato e le squadre sono (si spera) in via di completamento.
L’Inter riesce a prendere il sopravvento sul Genoa dopo che nel primo tempo le due squadre si sono affrontate a suon di moderno “catenaccio”. I nerazzurri di Mazzarri con l’8-2 (solo Alvarez e Palacio davanti alla linea della palla); i rossoblu genoani rispondono con un 9-1 e tengono in avanti il solo Gilardino. Il tutto è condito da uno spostarsi di continuo dei giocatori difensivi (ovvero quasi tutti) in modo da togliere spazi di inserimento e sperare nel contropiede. E’ il tipico gioco delle provinciali che tanto piace agli allenatori italiani: una sfida all’ultimo spazio, una partita a scacchi dove l’ultima preoccupazione ovviamente è il gioco, lo spettacolo, il gol. E il gol arriva poi nel secondo tempo, quando le squadre cominciano ad allungarsi un po’, frutto di una deviazione estemporanea e fortunata. L’Inter del secondo tempo comunque fa intravedere qualcosa (Alvarez e Kovacic soprattutto), insomma, se ci si accontenta, la squadra c’è…
Non c’è invece il Bologna sgangherato di Napoli che dà l’impressione, appena sceso in campo, del pugile che sa fin troppo bene che finirà K.O. Si tratta solo di capire in quale ripresa e se potrà rialzarsi al primo conteggio, oppure no. Pioli insiste in un 4-2-3-1, a specchio con lo squadrone napoletano, un modulo assolutamente irrealistico che non consente ai rossoblù di contrastare gli avversari, né a metà campo, né sugli esterni. Finisce  tre a zero, neanche male, con due gol annullati e un palo clamoroso dei partenopei.  Poteva andare peggio.
Tutto sommato, ahimè, è l’inizio di campionato che si temeva per una squadra espressione di una società assillata dai problemi di bilancio, priva dei mezzi necessari per una qualche programmazione a medio termine e per puntare a livelli di dignitosa serie A. Chi ha un minimo di ambizione se ne va verso altri lidi, chi è mediocre resta e non se ne va neppure a cannonate. E’ l’atteggiamento di chi sa di avere più forza di una società derelitta, senza una struttura tecnico-sportiva adeguata e che al momento è guidata da dirigenti che fanno della sopravvivenza economico-finanziaria la loro unica ragione di essere e di esistere. In questo scenario, a meno di clamorose sorprese in chiusura di mercato, sorprende la permanenza di Diamanti, rimasto ovviamente una volta capito che dal mercato non se ne ricavano dollari a gogo… Un diadema di Diamanti, insomma, per il vecchio Bologna, un gioiello che però, allo stato attuale, rimane ad ornamento di una dama assai poco attraente.
Parafrasando Cecco Angiolieri, la donzella in rossoblù, più che giovane e leggiadra, a Napoli è parsa una di quelle vecchie e laide che noi tifosi “lasseremmo” volentieri altrui…  (Il filese)



Napoli – Bologna 3 - 0



Inter – Genoa 2- 0



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