mercoledì 22 aprile 2015

Liberazione di Filo – 70 anni dopo



Il pranzo, la festa, la giornata del ricordo
di Agide Vandini



E’ stata un successo la giornata organizzata dall’ANPI di Filo, nella ricorrenza del 70° della Liberazione del paese avvenuta il 14 Aprile 1945. La collaborazione coi volontari di Villa Vittoria e le preziose capacità organizzative della segretaria Agnese Brunelli hanno permesso di radunare tanta gente. Presenze numerose e qualificate che hanno potuto gustare i tradizionali piatti della nostra cucina e ritrovarsi assieme, nel ricordo di un giorno tanto importante della nostra storia.
Il pomeriggio è poi trascorso in compagnia delle belle canzoni proposte dal Gruppo “Controcanto Popolare” composto da amici dell’ANPI Brisighella cui ci legano sentimenti particolari, nel ricordo dei nostri combattenti partigiani in quel territorio.






E’ stata anche l’occasione per rendere un doveroso omaggio ai partigiani filesi che combatterono qui, fra le Valli ed il fiume, per la Libertà e la Democrazia. 
A nome di tutti loro, abbiamo pensato di rilasciare due speciali pergamene. La prima a Giovanni Pulini, associato all’ANPI di Bologna, partigiano operante nella zona di Longastrino-Madonna Boschi, filese trasferitosi nel capoluogo regionale nel dopoguerra, autore di preziosi testi e testimonianze scritte, che nell’occasione ha fatto dono alla nostra sezione di un esemplare originale del minaccioso proclama Graziani emesso dalla Repubblica di Salò.
Le parole di Giovanni, lette nell’occasione dalla figlia Vanna, le riporto nel riquadro a lui dedicato.
La seconda pergamena è stata dedicata ad Ottavio Lazzari, ultimo nostro associato partigiano a lasciarci proprio la settimana scorsa. «Cencio», che ho intervistato per il blog un anno fa, era – non tutti lo sanno - nipote di Vincenzo Antonellini, martire antifascista, ucciso di botte nel 1922. L’attestato è stato consegnato «alla memoria» nelle mani della emozionatissima nipote Eleonora (vedi foto) ancora provata dal dolore e dalla commozione per la recentissima perdita.
Il ricordo di Ottavio e di tutti i suoi compagni di lotta nelle Brigata Garibaldi è perciò ben vivo e non ci abbandonerà mai. Così come la gratitudine per quanto hanno fatto per noi, per la nostra dignità e Libertà.






A FILO, NEL 2015, DOPO SETTANTA ANNI

Innanzi tutto voglio ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per organizzare questa piacevole giornata di festa. Un ringraziamento va a chi ha pensato di invitare anche me: è come se ritornassi a casa dalla tragedia della guerra, dopo 70 anni.
In questi giorni, settanta anni fa, a Filo e nelle campagne si raccoglievano i morti in quanto i Tedeschi, nel ritirarsi,  avevano lasciato terra bruciata disseminando mine in luoghi affatto strategici, ma al solo scopo di colpire la gente del paese che, sollevandosi contro di loro, li aveva umiliati. I Tedeschi, nel loro disordinato ripiegamento, incalzati dall’Esercito dell’ottava armata, dai partigiani e da tutto il paese, avevano piazzato esplosivo alle porte delle abitazioni e dentro gli armadi delle stesse provocando la morte di tutti coloro che rientravano nelle loro case: la gente saltava per aria insieme alle porte e agli armadi!
I filesi devono essere orgogliosi per la loro opposizione al regime fascista, opposizione nata nei giorni in cui il fascismo stesso nasceva. Filo ha il diritto di andare fiero di un’attività clandestina alla quale tutti, uomini e donne, parteciparono con astuzia e decisione. Un plauso particolare va al contributo dato dalle donne che in tanti modi hanno collaborato. Mi riferisco in particolare alle donne che nell’inverno 1944/45, nelle stalle,  sferruzzavano matasse di lana per ricavarne calze, maglie, passamontagna e quant’altro fosse possibile per i partigiani che, acquartierati nelle valli, combattevano pagando un prezzo altissimo in morti: hanno combattuto per la Democrazia e la Libertà di tutti, anche di quelli che erano dalla parte opposta.
Vorrei raccontare una mia personale esperienza
Nel marzo del 1944,  un bando, come quello che si vede qui, includeva anche il mio periodo di nascita: io mi diedi latitante, scappai di casa e mi stabilii presso una famiglia ad una ventina di chilometri da Filo. Mi sfamavo grazie alla generosità della gente, dormivo nei fossi o sotto i ponti dei canali, mi coprivo con una coperta datami da un’anziana donna….ho visto tanta generosità senza aver mai chiesto nulla. Dopo qualche mese, con altri, cominciai a fare azioni di guerra.
Voglio concludere rivolgendomi ai giovani: non guastate questo patrimonio che i vostri nonni vi hanno consegnato.
La Democrazia non è mai data per scontata e per questo motivo va difesa! (Giovanni Pulini, Filo, 19 aprile 2015)                                                                                             








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